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Autore: Fred Uhlman

Titolo: L'amico ritrovato

Edizione: Economica Universale Feltrinelli

Città: Milano

Anno di pubblicazione: 1992

Traduzione di Mariagiulia Castagnone

Trama

Il romanzo, ambientato nel Wurttemberg, a Stoccarda, è la storia della breve e intensa amicizia fra due ragazzi di sedici anni, compagni di scuola al liceo Karl Alexander Gymnasium. I due ragazzi, il borghese ebreo Hans e l'aristocratico Konradin, diventano amici inseparabili, insieme sono felici e condividono sogni, progetti, entusiasmi. La loro amicizia nasce, fiorisce e termina nel giro di un anno, dal febbraio 1932 alle vacanze di Natale dello stesso anno, cioè un mese prima che Hitler vada al potere.

Hans, al ritorno dalle vacanze estive, che ha trascorso in Svizzera con i suoi genitori, si accorge che l'antisemitismo ha avvelenato l'atmosfera. Per gli ebrei la vita a scuola diventa impossibile, poiché maltrattati e insultati da compagni e insegnanti. Ma per Hans la ferita più bruciante è quando anche Konradin, affascinato dal nazismo, si stacca da lui.

Un giorno, all'inizio di dicembre, il padre di Hans decide di mandarlo in America, a New York, presso parenti, almeno fino a quando non si fossero calmate le acque. E così il 19 gennaio, giorno del suo compleanno, Hans parte per l'America, dove termina gli studi superiori, si laurea in legge, fa l'avvocato, si forma una famiglia ed anche una buona posizione sociale, cercando di dimenticare il passato. Ma è costretto a ricordare molti anni dopo, quando gli giunge, inattesa, una richiesta di fondi da parte del Karl Alexander Gymnasium, accompagnata da una lista di nomi degli allievi defunti durante la seconda guerra mondiale, tra cui Konradin. Nella conclusione del libro si chiarisce il significato del titolo perché Hans "ritrova" l'amico, cioè ritrova la stima per lui nell'apprendere che è morto giustiziato per aver preso parte al complotto dei militari tedeschi che volevano uccidere Hitler.

Stile Il romanzo non è presentato nella forma immediata della rappresentazione attuale, ma nella forma della rievocazione di un passato ormai lontanissimo. L'autore immagina che uno dei due ragazzi, Hans (a trent'anni di distanza), rievochi, narrando in prima persona, l'amicizia che ha riempito la sua vita di adolescente. E' un romanzo memorialistico in cui la vicenda è quasi inesistente; si parla del rapporto con la scuola e con i compagni, del rapporto con i genitori, del rapporto con la natura e con i grandi problemi dell'esistenza; ma soprattutto del rapporto con l'amico.

La vicenda si svolge in un periodo di circa un anno, dal febbraio1932 al gennaio dell'anno seguente, nella città di Stoccarda, ma, in particolare, i luoghi che frequentano i due protagonisti sono: il Karl Alexander Gymnasium, il tragitto dalla scuola a casa, la casa di Hans e quella di Konradin, il teatro dell'opera.

Dal libro, soprattutto dai discorsi del padre di Hans, contrario al sionismo, emerge quanto gli ebrei tedeschi si sentissero integrati nella Germania, che consideravano la loro "patria", quanto la amassero, quale dolorosa sorpresa era per loro il sentirsi improvvisamente respinti, dileggiati, perseguitati. A livello simbolico il personaggio di Konradin, che non a caso ha i caratteri tipici del tedesco dal punto di vista fisico e riassume in sé la storia tedesca, rappresenta la Germania. La mitizzazione di Konradin da parte di Hans e la sua amicizia per lui simboleggiano l'amore degli ebrei tedeschi per la Germania. A trent'anni di distanza il narratore nel "ritrovare" l'amico, che si è riabilitato ai suoi occhi per aver voluto uccidere il dittatore antisemita, "ritrova" anche la sua patria.

 

 

Una pagina esemplare

Nel 15° capitolo Konradin, accompagnato dai suoi genitori, "evita" Hans al teatro dell'opera. Il giorno dopo, all'uscita di scuola, si apre una discussione tra i due, nella quale Konradin spiega il proprio comportamento come motivato dall'odio della madre per gli ebrei. La discussione si conclude così:

«Fino a quel momento era riuscito a non perdere la calma, ma tutt’a un tratto, travolto dall’emozione, gridò: "Non guardarmi con quegli occhi da cane ferito! Non sono responsabile di quello che pensano i miei genitori. Oppure credi che sia colpa mia? Vuoi forse accusarmi di tutti i mali del mondo? Non ti sembra che sia arrivato il momento di crescere, di smetterla di sognare e di affrontare la realtà?" Dopo questo sfogo , si placò. "Mio caro Hans," disse con grande dolcezza, "accettami come sono stato fatto da Dio e da circostanze indipendenti dalla mia volontà. Ho cercato di nasconderti la verità, ma avrei dovuto sapere che non potevo imbrogliarti a lungo. Chissà, forse sarebbe stato meglio se te ne avessi parlato prima, ma sono un codardo e non ne ho avuto il coraggio. Il fatto è che non sopporto l’idea di ferirti. Eppure non credo di essere l’unico responsabile; non è facile essere all’altezza del tuo concetto di amicizia! Ti aspetti troppo dai comuni mortali, mio caro Hans, cerca, quindi, di capirmi e perdonarmi e, ti prego, non togliermi la tua amicizia."

Gli diedi la mano, senza osare di guardarlo negli occhi, per timore che uno dei due potesse scoppiare a piangere. Dopotutto avevamo solo sedici anni. Con gesto lento Konradin richiuse il cancello di ferro che mi separava dal suo mondo. Sapevamo entrambi che non avrei più oltrepassato quel confine e che la casa degli Hohenfels non si sarebbe più aperta ad accogliermi. Konradin si avviò piano verso l’edificio, sfiorò un pulsante e la porta si aprì misteriosamente e senza far rumore. Si voltò e agitò la mano in segno di saluto, ma io non lo ricambiai. I grifoni, con i loro becchi adunchi e gli artigli simili a falci, mi guardavano dall’alto del cancello su cui ergeva, trionfale, lo stemma degli Hohenfels.

Konradin non mi invitò più a casa sua e io accolsi con riconoscenza questa sua delicatezza. Continuammo a frequentarci come se niente fosse successo e lui venne ancora a trovare mia madre, anche se meno frequentemente di prima. Ma sapevamo che le cose erano ormai cambiate e che quell’episodio era l’inizio della fine della nostra amicizia e dell’adolescenza.»

F.Uhlman, op.cit.,pp. 73-74

Questo episodio segna l’inizio della fine della loro amicizia, perché l’antisemitismo tenderà sempre più ad allontanarli, fino a dividerli completamente dopo le vacanze estive.

La scelta di una pagina esemplare è stata molto difficile, perché c’erano molti eventi degni di essere messi in risalto, ma questa mi è sembrata la migliore, perché si vede come Konradin metta a nudo il proprio sentimento di amicizia verso l’amico e, nel contempo, come il dilagare dell’antisemitismo renda impossibile un rapporto bellissimo, profondo e sincero.

Scheda a cura di Russo Gaetano

5^E Telecomunicazioni

Anno Scolastico 1998/99

I.T.I.S. G.B. Pininfarina

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